La sovranità alimentare rappresenta un concetto fondamentale nel dibattito globale riguardante la sostenibilità e la sicurezza alimentare. Questo termine descrive la capacità di una comunità, una regione o uno stato di definire e gestire autonomamente la propria politica alimentare.
L’obiettivo principale è garantire che ogni individuo abbia accesso a cibo sufficiente, sano, nutriente e in linea con le proprie tradizioni culturali.
Nel contesto globale attuale, caratterizzato da sfide come il cambiamento climatico e la crescente popolazione, la sovranità alimentare emerge come un tema cruciale per il futuro del nostro pianeta e delle sue comunità.
Definizione e Importanza della Sovranità Alimentare
Il concetto di sovranità alimentare ha le sue radici nel movimento internazionale “La Via Campesina“, nato agli inizi degli anni ’90. La Via Campesina è un’organizzazione internazionale che rappresenta milioni di piccoli e medi produttori agricoli, contadini, lavoratori agricoli senza terra, donne rurali e comunità indigene di tutto il mondo.
Il termine “sovranità alimentare” è stato introdotto per la prima volta durante la conferenza mondiale sull’alimentazione organizzata dalla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) a Roma nel 1996. Questo concetto è emerso come una risposta critica al modello di agricoltura industriale e alla globalizzazione del sistema alimentare, che secondo molti attivisti e piccoli produttori agricoli, contribuivano all’esclusione e alla marginalizzazione delle comunità rurali e indigene e alla distruzione degli ecosistemi.
La sovranità alimentare si distingue dalla semplice sicurezza alimentare poiché non si limita a garantire la disponibilità di cibo sufficiente, ma enfatizza anche l’importanza di avere un controllo locale sul modo in cui il cibo viene prodotto, distribuito e consumato. Il concetto si concentra su un sistema alimentare sostenibile, equo e rispettoso dei diritti dei lavoratori, dei produttori e delle comunità, nonché della biodiversità e dell’ambiente.
Con gli anni, la sovranità alimentare è diventata un movimento globale, riconosciuto e sostenuto da numerose organizzazioni e comunità che promuovono pratiche agricole sostenibili, i diritti dei piccoli agricoltori, la biodiversità, l’accesso alla terra e all’acqua, e l’equità nel commercio alimentare. Questo movimento mette in discussione le politiche agricole e alimentari dominanti, proponendo un’alternativa basata sulla giustizia sociale e ambientale.
Differenze tra Sovranità e Sostenibilità Alimentare
Nonostante la sovranità e la sostenibilità alimentare siano concetti correlati, esistono differenze sostanziali tra di loro.
La sovranità alimentare come abbiamo visto sopra enfatizza l’autodeterminazione nelle politiche alimentari, mentre la sostenibilità alimentare si concentra sulla capacità di soddisfare le esigenze alimentari attuali senza compromettere le generazioni future.
Un concetto che si focalizza sulla produzione e il consumo di cibo in modi che sono rispettosi dell’ambiente, economicamente fattibili e socialmente equi. Questo approccio si prefigge di garantire che le esigenze alimentari della popolazione attuale vengano soddisfatte senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie esigenze alimentari. La sostenibilità alimentare incorpora diversi aspetti chiave, che includono:
- Sicurezza Alimentare: Assicurare che tutte le persone abbiano accesso costante a cibo sufficiente, sicuro, nutritivo e di qualità per condurre una vita attiva e sana.
- Protezione Ambientale: Produrre cibo in modo che non danneggi l’ambiente, salvaguardando le risorse naturali come il suolo, l’acqua e la biodiversità. Ciò include pratiche come l’agricoltura sostenibile, la riduzione dell’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, e la promozione di tecniche come l’agricoltura biologica e la permacultura.
- Equità Sociale ed Economica: Assicurare che i sistemi alimentari funzionino in modo equo, sostenendo l’accesso equo alle risorse alimentari e distribuendo equamente i benefici economici derivanti dalla produzione alimentare. Ciò implica anche il sostegno ai piccoli agricoltori, la giustizia salariale per i lavoratori agricoli e l’accesso a mercati giusti per i produttori.
- Salute e Nutrizione: Promuovere diete sane ed equilibrate che non solo soddisfino le esigenze nutrizionali delle persone, ma che siano anche prodotte in modi che siano sostenibili per l’ambiente.
- Riduzione degli Sprechi Alimentari: Minimizzare gli sprechi in tutte le fasi della catena di fornitura alimentare, dalla produzione alla distribuzione, fino al consumo. Ciò include il miglioramento delle tecniche di conservazione, la distribuzione efficiente del cibo, e la consapevolezza dei consumatori sul consumo responsabile.
- Resilienza: Sviluppare sistemi alimentari capaci di resistere a sfide come il cambiamento climatico, le crisi economiche e altri fattori che potrebbero disturbare la disponibilità e l’accesso al cibo.
La sostenibilità alimentare è pertanto un obiettivo complesso che richiede la collaborazione tra governi, industrie alimentari, agricoltori, comunità scientifiche e consumatori.
L’obiettivo finale è creare un sistema alimentare che nutra la popolazione attuale e futura in modo responsabile e sostenibile, preservando al contempo l’ambiente e promuovendo l’equità sociale ed economica.
Requisiti obbligatori per le Aziende Alimentari
Le aziende del settore alimentare devono rispettare una serie di requisiti normativi rigorosi per garantire la sicurezza, la qualità e la legalità dei loro prodotti. Questi requisiti sono definiti da una serie di normative a livello nazionale, europeo e internazionale.
- Regolamento (CE) n. 852/2004 sulle norme di igiene dei prodotti alimentari: Questo regolamento stabilisce le regole di base per l’igiene alimentare applicabili in tutta l’Unione Europea. Impone alle aziende alimentari l’obbligo di adottare procedure basate sui principi del sistema HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points), che include l’analisi dei pericoli e il controllo dei punti critici nel processo produttivo.
- Regolamento (CE) n. 853/2004 specifica per il riconoscimento dei laboratori che trasformano ed operano con materie prime di origine animale.
- Regolamento (CE) n. 178/2002 che stabilisce i principi generali e i requisiti della legislazione alimentare: Questa norma introduce il principio della sicurezza alimentare “dal campo alla tavola”, garantendo che tutte le fasi della produzione, trasformazione e distribuzione degli alimenti siano soggette a standard elevati per proteggere la salute dei consumatori.
- Regolamento (UE) n. 1169/2011 sull’informazione alimentare ai consumatori: Questa normativa richiede che le etichette dei prodotti alimentari forniscano informazioni chiare, comprensibili e leggibili sui prodotti, incluse le informazioni nutrizionali, gli allergeni, la quantità netta, la data di scadenza, ecc.
Per le aziende alimentari, il rispetto di queste normative è fondamentale ed obbligatorio per operare legalmente, garantire la sicurezza dei prodotti e costruire la fiducia dei consumatori.
La conformità ai requisiti normativi richiede un approccio olistico che include la gestione della qualità, la tracciabilità, l’etichettatura corretta, e la sicurezza alimentare.
Per approfondire la tematica sui requisiti alimentari obbligatori, è consigliabile consultare guide specifiche come quella disponibile sul sito Sistemi e Consulenze.
Le Certificazioni Alimentari per la Tutela dei Prodotti
Le certificazioni alimentari giocano un ruolo fondamentale nella tutela dei prodotti sui mercati globali. Queste includono sistemi di gestione per la sicurezza alimentare e standard specifici in applicazione volontaria. Tra le più importanti troviamo:
- Certificazione ISO 22000: definisce i requisiti base per la gestione organizzativa aziendale in ambito alimentare.
- Certificazione ISO 22005: riguarda la tracciabilità di filiera.
- Certificazioni riconosciute dal GFSI (Global Food Safety Initiative), come:
- BRCGS: standard richiesto anche per i produttori di alimenti a marchio dei retail e non del mercato anglosassone.
- IFS: simile al BRCGS, ma con focus franco-tedesco.
- FSSC 22000: basato su ISO 22000, norme tecniche sui prerequisiti per la sicurezza alimentare, e requisiti specifici GFSI.
- GlobalGAP: focalizzato su requisiti di sicurezza, qualità, legalità alimentare e sostenibilità nel settore primario ed ittico.
Questi standard adottano sistemi come HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points) e HARPC (Hazard Analysis and Risk Based Preventive Control), integrando principi di food defense, food fraud e miglioramento continuo.
Altri Riconoscimenti e Marchi Collettivi Oltre agli standard globali, esistono marchi collettivi che tutelano i prodotti, specialmente nei mercati interni:
- DOP (Denominazione di Origine Protetta): garantisce produzione tradizionale in una specifica regione con materie prime locali.
- IGP (Indicazione Geografica Protetta): simile alla DOP, ma con minori restrizioni sulle materie prime.
- IGT (Identificazione Geografica Tipica): per prodotti con caratteristiche organolettiche specifiche.
- STG (Specialità Tradizionale Garantita): enfatizza il rispetto di procedimenti tradizionali.